La storia della chiesa della Madonna del Carmelo, affonda le sue
radici agli inizi del 500, nel periodo in cui, nella Marina di
Savoca, oggi S. Teresa, si verificavano le incursioni piratesche;
infatti l’Archimandrita Don Alfonso d’Aragona, signore di tutto il
territorio savocese, offrì le terre della Marina a chi volesse
coltivarle, libere da qualsiasi onere.
Qui si stabilì una famiglia di nome Bucalo, la quale probabilmente
andò ad abitare nel palazzo Archimandritale (residenza estiva, fino
al 1480, dell’Archimandrita- oggi al suo posto c’è il villino
Pelleri) situato nelle adiacenze della Torre dei Saraceni dove si
trovava anche una chiesetta, che nel 1507 era dedicata alla Madonna
del Carmelo. La famiglia Bucalo mantenne la proprietà delle terre e
della chiesetta per alcuni secoli fino a quando il sacerdote don
Paolo Bucalo, non avendo discendenti, lasciò la proprietà ai Padri
Gesuiti, che intitolarono la chiesa al S. Cuore di Gesù. Quando nel
1767 i Gesuiti furono scacciati dai Borboni, i loro beni furono
messi in vendita e la proprietà passò, nel 1780, a Giovanni Carrozza
Marchese di S. Leonardo, il quale reclamò come sua proprietà anche
la chiesetta, tanto da collocare il suo stemma araldico sulla
facciata e proibì l’ingresso agli abitanti della zona. Ma i “bucaloti”,
sdegnati, staccarono lo stemma e lo gettarono in fondo al mare. Il
marchese allora cambiò idea tenendo la chiesa aperta al culto e
permettendo alla popolazione di intitolare per l’ennesima volta la
chiesetta alla Vergine del Carmelo.
Padre Gianpietro Rigano da S. Teresa, Cappuccino, ha scritto: “Noi
la ricordiamo benissimo, era lunga una decina di metri, aveva una
cappelletta dedicata a San Giuseppe di mq. 3,5 sita accanto alla
torre. Il Santa Sanctorum era artisticamente decorato con stucchi
che formavano una bellissima “cortina reale”, frastagliata, con
Angeli ed altre decorazioni. Esso aveva la profondità di 4 m. e la
larghezza di 10. Il pavimento era di mattoni di Valenza e tutti gli
altari avevano la predellina di marmo finissimo. Sull’altare
maggiore vi era un ‘antico quadro su tela del 1593 di autore ignoto,
che rappresentava il Calvario con al centro il Crocifisso. L’altare
di fronte invece ospitava un altro quadro risalente al 1538, che
rappresentava la Madonna del Carmelo in atto di dare l’abitino ai
Santi Carmelitani.
Verso il 1880, con il vertiginoso aumento della popolazione, la
chiesa non era più sufficientemente spaziosa per la celebrazione
delle funzioni. Così lo stesso popolo pensò di allungarla di 16
metri, raggiungendo i 26 metri e così rimase fino al 1929, quando fu
abbattuta per essere ricostruita. L’ultima volta che la chiesa venne
allungata si pensò di costruirvi accanto un campanile di forma
quadrata; era il 1881. Le campane che vi furono installate, furono
fuse dalla ditta Pietro Collacchini di Bassano Veneto (Padova) nel
1888, per devozione dei sig.ri Antonino Caminiti e Giuseppe
Crisafulli. Detto campanile nel 1908, in seguito al terremoto, venne
abbattuto, e le campane furono conservate gelosamente dai fedeli e
il 29 giugno del 1934 squillarono sul nuovo campanile. È da notare,
scrive P. Giampietro che nel 1854 venne emanato il decreto della
costituzione del nuovo comune a cui fu dato nome “S. Teresa”, sia in
onore di Teresa d’Austria moglie del re Ferdinando II di Borbone,
padre dell’autonomia comunale, che in omaggio a “S.Teresa d’Avila”,
che era una Santa Carmelitana; il qualificativo “di Riva” venne
aggiunto per distinguerla da altri paesi di nome S. Teresa.